lunes, 26 de noviembre de 2007

Fab.

E mentre son qui in questo salone,
ascolto la cadenza della tua voce,
la stessa canzone
una e ad altre volte ancora,
mentre si,
sei qui con me,
basta ch' io rivolga lo sguardo
verso il palcoscenico
a pochi metri di distanza,
e si sei li,
sotto quella luce bianca
che sottolinea la tua figura
emergendo da quel buio blu.

E si, sei li
con gli occhi semichiusi
che carezzano la chitarra
e viaggiano nei mondi delle tue melodie,
finalmente posso stare
nello stesso luogo con te
con quel sorriso
che appena ti sfiora le labbra
quando tocca il soliloquio alle corde
che fuggono e tornano
correndo dalle, alle tue dita.

E dimentico la donna grassa
che ridacchia volgarmente
seduta sulle gambe
del tizio dalla folte sopraciglia.

Si spegne la luce,
spariscono i mobili,
sparisce per un istante
anche l' ansia
di volermi appropriare
con le mie pozioni di lettere
del suo essere,
delle loro esistenze.

Il desiderio
di poter riaprire gli occhi
che mai ho chiuso
e vederti li,
emergendo dal buio blu,
basterebbe ora
soltanto e per sempre
un sogno.

Troppo uguale
al suono del ricordo
in un film.


"E mentre soffio a soffio"...

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